Riccardo Maria (Montefalco 1977), poeta,
vive a Campello sul Clitumno. È l’ideatore del
Meditazionismo letterario
elaborato nel 1996. Consiste nella somma delle virtù vitali
(ragione, sentimento, istinto, inconscio e meditazione) con
le quali è possibile ‘proporre’ liberamente – fermando con
lo sguardo un luogo, un oggetto, un’idea, ecc. – tramite
qualunque arte (disegno, poesia, narrativa, scultura, ecc.)
i sentimenti e gli istinti di una persona provenienti,
comunque, dalla somma delle virtù vitali. Tali virtù vengono
però interrotte – meditando su qualsiasi oggetto, idea,
luogo – dal mistero in quanto, da un’analisi del letteraro,
è impossibile analizzare in toto tutto quello che ‘riporta’
una qualsiasi realtà analizzata. Il meditazionismo esalta la
natura e la descrive in modo realistico e, grazie alla somma
delle virtù vitali, ne scopre gli aspetti positivi e
negativi, considerando e descrivendo in toto anche la realtà
che la circonda (come ad esempio, gli esseri umani). Il
Meditazionismo letterario, quindi, per G. facilita
l’approfondimento dei propri interessi, anche letterari,
proponendoli al pubblico con la sua meditazione. Ha
pubblicato i primi libri di poesia:
Tra la terra e il cielo (1997),
26 settembre 1997. La terra trema:
bisogna ricominciare (1998),
La voce nel silenzio
(2005); il saggio: Meditazionismo
letterario, meditazione e mistero (2002, presente
alla Fiera Internazionale del Libro di Torino 2003). Nel
2003 la commissione critica del Centro Culturale “La Conca”
lo ha segnalato tra i nuovi talenti emergenti nel campo
della poesia, delle lettere, dell’arte e della promozione
culturale in genere. Il 15 settembre 2003 è stato insignito
dell’onorificenza di “Cavaliere per la Cultura”. È stato
inoltre insignito, nel luglio 2004, per meriti letterari con
l’onorificenza della Laurea Honoris Causa in Lettere dalla "United
University of Center Study" di New York.
Sulla sua attività e produzione
letteraria hanno scritto: N.
Bonifazi (in: “Antologia della Letteratura
italiana del XX secolo”, Edizioni Helicon, Arezzo 2000)
«...G., per esempio, definito da altri ‘poeta della natura’,
adopera versi di tipo classico in strofe di quartine e rime
alterne, per descrivere da una posizione di solitudine “siam
qui, soli nel tramonto” la realtà che lo circonda e per
meditarci su con una “spietata ragione”...» «la poesia di G.
ha appartenenze e valenze universali ed è il prodotto della
meditazione profonda e dell’approdo naturale, anche se
giovanile, di ogni porto che l’a. tocca, penetra nelle fibre
più profonde e le pervade con una melodia non esente da una
velata malinconia… Immenso resta lo sfondo inaccessibile
appena intuito, ed il trascendente è il sogno della mente,
del cuore, oltre la stessa vocazione poetica e sentimentale
del poeta.»; L. Gagliardi
«G.: un autore giovane e moderno, pervaso, però, da
un’interiorità che nasce e si alimenta di norma per effetto
di vicende di vita vissuta per decenni. È stupefacente il
percorso compiuto dal giovane poeta la cui poetica, pur
traendo ispirazione da poeti quali Pascoli e D’Annunzio, si
svolge secondo una metodica nuova. La sua poesia, infatti,
pur nascendo dall’istinto e dal sentimento, si realizza
quasi con lo spirito e l’occhio del cronista, che scruta la
negatività emergente da un mondo dominato dagli egoismi e
dalle bassezze umane e le trasmette. Il poeta esalta i
valori della meditazione, dalla quale fa scaturire i suoi
versi pur riconoscendo i limiti della ragione e dello
studio, che non potranno totalmente prescindere dal mistero,
che sarà sempre presente. La sua opera è frutto di
meditazione, ma diviene anche atto di suprema generosità: la
capacità di donare e trasmettere emozioni a coloro, e sono
tanti, incapaci di meditare, privi di interiorità, di
significatività introspettive, presi come sono dalla
caducità e superficialità della volgarità dei tempi, dal
consumismo, dai luoghi comuni. L’handicap di costoro può
essere curato dalla forza della poesia, anche se il percorso
è difficile, ed è questa la finalità del poeta. Si apprezza
in buona parte delle liriche del Gradassi un ritorno alle
rime alternate e alle rime baciate, che da anni hanno
lasciato posto alle rime libere, indubbiamente espressive e
significative, ma prive della musicalità delle prime e non
altrettanto eleganti metricamente ed esteticamente.»; da “Storia
della letteratura. Il secondo Novecento” (Guido
Miano editore, Milano 2004) «secondo G. un contributo
notevole alla realizzazione del testo poetico è dato dalla
‘meditazione’ che può facilitare l’approfondimento di
un’idea, di un argomento, oggetto dei propri interessi
letterari; tale processo mentale però viene interrotto
dinnanzi alla ineludibile sfinge del mistero, che “in tutte
le cose è comunque quasi sempre presente”... Secondo Peter
Russell l’originalità di tale metodo “non sta tanto nel
metodo, quanto nella voglia di comunicare agli altri”. Tra
le componenti di questa poesia prevale l’animazione segreta
delle cose in simbiosi con la partecipazione emotiva del
poeta. G. è consapevole della precarietà e della triste
ripetitività del quotidiano, e tuttavia le suggestioni del
paesaggio con le sue alterne armonie sembrano attutirne
l’umbratile tristezza.» |